I terricci da prato e da giardinaggio sono di fondamentale importanza nei lavori di semina, risemina, rinvaso e piantumazione di ogni tipo di pianta.
Fino ad oggi, la parte ammendante, organica e strutturante è sembra stata occupata dalla torba che, dal punto di visto agronomico, viene anche impiegata per acidificare i terreni.
CHE COS’E’ LA TORBA
La torba è un deposito di formazione carboniosa derivante dall’accumularsi lento e continuo di residui vegetali in zone paludose, umide e con clima fresco (temperatura media di circa 8°).
In questi bacini cresce e si sviluppa rigogliosamente una vegetazione di muschi e sfagni, specie erbacee e arbustive di tipo palustre e sui margini, a seconda delle regioni, vegetano soprattutto pini, betulle, o ontani.
I residui di questi vegetali, soprattutto degli sfagni e dei muschi, in seguito a un processo di fermentazione in condizioni anaerobiche, da origine a prodotti fortemente carboniosi di natura acida che si accumulano nel corso dei secoli trasformando la palude in torbiera e la vegetazione in torba.
La torba è molto ricca di carbonio organico (C 60%) e al suo interno troviamo anche idrogeno (6%), ossigeno (32%), azoto (2%) e una alta presenza di acidi umici.
Da un punto di vista tecnico, la torba è un combustibile fossile, una specie di stadio iniziale della formazione del carbone, ma nell’uso agricolo e vivaistico viene utilizzato per la sua capacità di fornire carbonio organico e struttura.
Ma c’è un enorme problema causato dall’uso di terricci con torba. Vediamolo.
LE TORBIERE. ECOSISTEMI AD ALTO VALORE
Le riserve di torba sono luoghi di migrazione e di vita di molte specie di animali e sono realmente uno degli ecosistemi può importanti al mondo che si sono formati circa 2 milioni di anni fa.
Luoghi naturalistici di altissimo valore, fondamentali per preservare la biodiversità, fornire acqua potabile sicura e contribuire a contrastare i cambiamenti climatici.
Le torbiere coprono il 3% della superficie terrestre, e immagazzinano più gas serra di tutti gli altri tipi di vegetazione del mondo messi insieme. Si tratta di una specie di vero e proprio ripulitore dell’aria (fonte: International Petland Society).
L’anidride carbonica che viene assorbita dalle piante per eseguire la fotosintesi clorofilliana, nei corso dei millenni viene intrappolata nelle torbiere che rappresentano così il più grande deposito terrestre di questo gas.
Sommando tutte le torbiere, è stato stimato in 0,37 gigatonnellate il quantitativo di anidride carbonica sequestrata all’anno, un valore superiore a quello assorbito da tutti gli altri tipi di vegetazione del mondo messi insieme.
Alcune nazioni come la Svizzera hanno vietato l’estrazione di torba e da poco tempo, grazie all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, i paesi sono esplicitamente incoraggiati a lavorare per il ripristino delle torbiere.
IL RILASCIO DI CO2
Ma non è finita qui. Se danneggiate, le torbiere purtroppo sono una delle principali fonti di emissioni e rilasciano ogni anno quasi il 6% della CO2.
L’uso poco rispettoso della torba ha permesso di sfruttarla sia come vero e proprio combustibile, che nella produzione vivaistica, agricola e per il giardinaggio.
Ad oggi circa il 15% delle torbiere del mondo è stato letteralmente prosciugato, rilasciando enormi quantità di anidride carbonica nell’atmosfera.
L’Europa settentrionale fino a vent’anni fa era ricca di torba. La torba di questi depositi, molto diffusi fra Germania e Scandinavia, è stata estratta e sfruttata per la semina professionale di ortaggi e fiori, nell’uso vivaistico e nel giardinaggio.
STOP USO DI TORBA
Basterebbero solo questi dati per capire l’importanza di evitare l’uso della torba e quanto meno ridurlo al minimo. Chi ama il giardinaggio, chi lo pratica occasionalmente o con costanza, deve essere consapevole di questo problema e dovrebbe scegliere prodotti alternativi.
Il tipico uso della torba nel giardinaggio è nel terriccio. La buona notizia è che esistono valide alternative con le stesse performance anzi, in alcuni casi anche superiori.
LE ALTERNATIVE
La torba usata nei terricci può essere sostituita con fibre di cocco e di legno riciclate finemente sminuzzate che poi vengono ammendate con sostanza organica vegetale anche questa di tipo riciclato.
Si tratta di prodotti di avanguardia in cui ogni terriccio viene studiato e composto per rispondere alle diverse esigenze ammendanti delle varie piante pur mantenendo l’assenza totale di torba. In alcuni casi le performance sono addirittura superiori.
Vediamo qualche esempio di terricci senza torba prodotti da un’azienda italiana di eccellenza che, grazie alla collaborazione con uno spin-off dell’Università di Torino ha realizzato una gamma completa di terricci senza torba:
Vi è poi la possibilità di realizzarsi da soli dei substrati di coltivazione o di rinvaso ad altissima performance, utilizzando materiali ammendanti e strutturanti di vario tipo come:
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