Marciume Rosa Invernale (Microdochium Nivale) – Protocollo di Cura e Prevenzione

Il prato in autunno e d’inverno si può ammalare di una fastidiosa malattia fungina chiamata Marciume Rosa Invernale, termine tecnico Microdochium Nivale. Se da una parte è vero che il periodo più critico per questa malattia va da dicembre a febbraio, ci sono moltissimi casi in cui appare a ottobre e novembre.

Si tratta di una malattia potenzialmente molto dannosa che attacca un po’ tutte le varietà di prati in particolare quelli giovani o riseminate da poco.

Da qui l’importanza di iniziare la prevenzione già nella prima parte dell’autunno e questa guida viene continuamente aggiornata sulla base delle più recenti evidenze scientifiche.

Ultimo aggiornamento: versione 3.1 del 24/11/2024.

COME SI RICONOSCE

All’inizio la malattia si manifesta con delle lanugini cotonose bianche tra le foglie accompagnate da marciume al centro.

La foto qui sopra, tratta da persone reali che hanno postato su Facebook i loro problemi, evidenziano molto bene la malattia nelle sue fasi iniziali. 

Man mano che progredisce, la malattia appare come macchie circolari (fino a 10-30 cm di diametro) che hanno un colore biancastro con talvolta un anello rosato sul bordo esterno.

Nelle zone colpite si nota sempre un fitto intreccio di filamenti bianchi o rosa e piccole masse di spore bianche (o rosa) all’interno delle aree infette.

DANNI

Purtroppo il microdochium può creare danni gravi e definitivi in quanto le necrosi raggiungono facilmente il colletto provocando la morte completa delle piantine. Più il prato si trova in uno stato di carenza nutritiva, in particolare di potassio, più il patogeno si diffonde rapidamente e profondamente.

CAUSE DIRETTE

Il microdochium nivale si sviluppa in condizioni di alta umidità, quando la foglia del prato rimane bagnata per molte ore e fatica ad asciugarsi naturalmente. Le temperature ottimali di sviluppo del patogeno variano da 2/3* fino a 15/18°.

Gli elementi che aumentano maggiormente le probabilità di insorgenza della malattia includono:

  • Carenza o eccesso di azoto, specialmente in forme prontamente disponibili
  • Carenza di potassio
  • Elevati livelli di rugiada
  • Piogge leggere e nebbie persistenti
  • Nevicate seguite da disgeli
  • pH suolo alto (>7/7.5)

Altri fattori che favoriscono lo sviluppo della malattia sono:

  • Prato giovane, appena seminato o riseminato, caratterizzato da foglie tenere
  • Eccesso di feltro
  • Scarsa capacità di drenaggio del suolo
  • Limitato movimento d’aria

LE SPECIE PIU’ COLPITE

Alcune varietà di tappeto erboso, come Poa annua, Agrostis stolonifera, Festuca arundinacea e Lolium perenne, sono tra le più sensibili agli attacchi, che possono provocare danni permanenti alla superficie erbosa.

COSA FARE PER PREVENIRE

Vista l’alta pericolosità di questo patogeno è importante agire prima che la malattia colpisca il prato. Va ricordato che corretti livelli di potassio nella pianta tendono a contrastare la malattia e quindi eseguire la classica concimazione pre-invernale, è essenziale per difendersi dal Microdochium Nivale.

La prevenzione si basa sull’esecuzione, una volta al mese, di un trattamento di induzione alla resistenza e attivazione antinfiammatoria realizzato attraverso prodotti a base di complessati rameici e carbonati potassici arricchiti con glicinbetaine e terpeni (tipo questi e questi).

Per quanto riguarda il terreno è molto utile acidificare leggermente i primi centimetri, rendendolo più inospitale ai patogeni, per questo scopo si usa lo zolfo lenticellare (tipo questo).

Quando le temperature lo permettono (T>10°C) si procederà poi ad eseguire un inoculo di microrganismi antagonisti per via radicale usando prodotti a base di  fusarium oxysporum (qui un esempio).

Infine, anche diminuire la presenza di rugiada può essere molto utile ai fini preventivi. In questo articolo troverai alcuni suggerimenti per contrastare e limitare la formazione di rugiada nel prato.

Protocollo preventivo contro Microdochium Nivale 

Premessa: in caso di carenza conosciuta, ripristinare livelli di azoto e potassio usando Help in dosaggio di 400 gr per 100 mq di prato (novembre e gennaio).

  • trattamento induzione resistenza: 70 gr / 100 mq di Immuno (una volta al mese)
  • potenziamento antinfiammatorio: 70 gr / 100 mq di K-Power  (una volta al mese)
  • acidificazione suolo: 45-50 gr/mq di zolfo lenticellare (novembre e dicembre)
  • trattamento microbico radicale: 50 gr / 100 mq di Space (solo con T>10°C)

Nota: il potenziamento antinfiammatorio si può eseguire assieme al trattamento induzione resistenza ma bisogna prima scogliere K-Power in acqua, attendere la reazione e solo al termine aggiungere l’induttore di resistenza.

COSA FARE IN CASO DI ATTACCO

L’approccio naturale di cura del microdochium nivale può essere molto efficace a patto di metterlo in atto prontamente non appena si notano i primi segnali di lanugine bianca.

Protocollo curativo contro Microdochium Nivale 

Premessa: in caso di stagnazione di umidità con conseguente lamina fogliare perennemente bagnata, è utile asciugare le zone più colpite usando soffiatori per foglie (tipo questi).

  1. Stop agli eventuali tagli e al calpestio per evitare di distribuire le spore al resto del prato
  2. Eseguire n.3 trattamenti a distanza di 5 giorni uno dall’altro con complessati di rame e carbonato potassico: sciogliere 70 grammi di K-Power in 10 litri di acqua, attendere il termine dell’effervescenza e aggiungere 40 grammi di Ramedium  e 60 grammi di Immuno per 100 mq di prato
  3. Aggiungere 125 grammi di adesivante tipo questo per prolungare l’effetto fungistatico
  4. Al termine dei trattamenti, attendere 10 gg ed eseguire un trattamento radicale con Fusarium oxysporum (qui un esempio) in dosaggio di 30 grammi per 100 mq di prato unito a 60 grammi di alghe brune (qui un esempio) per promuovere le risposte immunitarie. Applicare con temperature >10°C e irrigare.
  5. Concludere il protocollo acidificando primi millimetri di suolo usando zolfo lenticellare (qui un esempio) in dosaggio di circa 45-50 gr/mq.

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