Il prato in autunno e d’inverno si può ammalare di una fastidiosa malattia fungina chiamata Marciume Rosa Invernale, termine tecnico Microdochium Nivale.
Si tratta di una malattia potenzialmente molto dannosa che attacca un po’ tutte le varietà di prati in particolare quelli giovani o riseminati da poco.
Questa guida viene continuamente aggiornata sulla base delle più recenti evidenze scientifiche. Ultimo aggiornamento: V.1.7 del 20/12/2022).
COME SI RICONOSCE
All’inizio la malattia si manifesta con delle lanugini cotonose bianche tra le foglie accompagnate da marciume al centro.
La foto qui sopra, tratta da persone reali che hanno postato su Facebook i loro problemi, evidenziano molto bene la malattia nelle sue fasi iniziali.
Man mano che progredisce, la malattia appare come macchie circolari (fino a 10-30 cm di diametro) che hanno un colore biancastro con talvolta un anello rosato sul bordo esterno.
Nelle zone colpite si nota sempre un fitto intreccio di filamenti bianchi o rosa e piccole masse di spore bianche (o rosa) all’interno delle aree infette.
DANNI
Purtroppo il microdochium può creare danni gravi e definitivi in quanto le necrosi raggiungono facilmente il colletto provocando la morte completa delle piantine. Più il prato si trova in uno stato di carenza nutritiva, in particolare di potassio, più il patogeno si diffonde rapidamente e profondamente.
CAUSE DIRETTE
Il microdochium nivale si sviluppa in condizioni di alta umidità, quando la foglia del prato rimane bagnata per molte ore e fatica ad asciugarsi naturalmente. Le temperature ottimali di sviluppo del patogeno variano da 2/3* fino a 15/18°.
Gli elementi più comuni che aumentano le probabilità di l’insorgenza di questa malattia sono:
- alti livelli di rugiada
- eccesso di ombra
- piogge leggere e nebbie
- precipitazioni nevose seguite da rapidi disgeli
CAUSE INDIRETTE
Altri fattori che concorrono allo sviluppo della malattia sono:
- prato giovane appena seminato o riseminato (tenerezza fogliare)
- eccesso di feltro
- scarsa capacità di drenaggio del suolo
- movimento d’aria limitato
- inadeguati livelli di potassio
- eccesso di concimazioni azotate a pronto effetto
LE SPECIE PIU’ COLPITE
Alcune varietà di tappeto erboso come la poa annua e l’agrostide stolonifera risultano molto sensibili alla malattia, ma anche la festuca aerundinacea ed il loietto possono subire degli attacchi con danni permanenti al tappeto erboso.
PREVENZIONE NATURALE
Vista l’alta pericolosità di questo patogeno è importante agire prima che la malattia colpisca il prato. È necessario mettere in calendario un trattamento di induzione alla resistenza attraverso prodotti a base di fosfito di potassio (qui un esempio) o complessati rameici. Questi trattamenti vanno ripetuti almeno una volta al mese.
Quando le temperature lo permettono (T>10°C) si procederà poi ad eseguire un inoculo di microrganismi antagonisti per via radicale usando prodotti a base di trichoderma (esempio: Triko) o Fusarium oxysporum.
Come già detto, corretti livelli di potassio nella pianta tendono a contrastare la malattia e quindi eseguire la classica concimazione pre-invernale, aiuta rafforzare il prato contro il Microdochium Nivale.
Per quanto riguarda il terreno può essere utile acidificare leggermente i primi centimetri, rendendolo molto più inospitale ai patogeni, per questo scopo si usa lo zolfo lenticellare (qui un esempio) in dosaggio di circa 45-50 gr/mq.
Infine, anche diminuire la presenza di rugiada può essere molto utile ai fini preventivi. In questo articolo troverai alcuni suggerimenti per contrastare e limitare la formazione di rugiada nel prato.
COSA FARE IN CASO DI ATTACCO
L’approccio naturale di cura del microdochium nivale può essere molto efficace a patto di metterlo in atto prontamente non appena si notano i primi segnali di lanugine bianca. Vediamo le 7 fasi di cura del Metodo Bestprato::
- Prima cosa da fare è lo stop ai tagli e al calpestio per evitare di distribuire le spore al resto del prato
- Poi si passa ad una prima azione diretta e indiretta, eseguendo 3 trattamenti a distanza di 4/5 giorni uno dall’altro con fosfito di potassio ad alta concentrazione (qui un esempio) in dosaggio di 60 grammi di prodotto in 10 litri di acqua per 100 mq di prato. Consigliamo di trattare tutto il prato possibilmente senza camminare sopra le zone infette. Con temperature dell’aria superiori ai 15 gradi è possibile aggiungere al fosfito del bacillus subtilis, se invece fa più freddo è inutile.
- Se le temperature radicali stazionano sopra i 10 gradi, è possibile creare antagonismo microbico eseguendo un trattamento radicale usando prodotti a base di trichoderma (esempio: Triko) o fusarium oxysporum.
- Rimane sempre utile acidificare i primi centimetri di suolo usando zolfo lenticellare (qui un esempio) in dosaggio di circa 45-50 gr/mq
- Se presente rugiada, per 10 giorni, ogni mattina, programmare una leggera irrigazione di 3 minuti per dilavare e ripulire le foglie da possibili patogeni stagnanti. Questa operazione va fatta solo se è presente rugiada altrimenti è dannosa.
- Sempre in caso di stagnazione di umidità e presenza continua di rugiada è consigliato asciugare le zone più colpite ed i focolai con marcescenze o lanuggini bianche, usando soffiatori per foglie (tipo questi)
- Utile infine aumentare il drenaggio delle zone più colpite eseguendo piccole bucature anche con una semplice forca
Lascia un commento