Marciume Rosa Invernale (Microdochium Nivale) – Riconoscere e Curare

Il prato in autunno e d’inverno si può ammalare di una fastidiosa malattia fungina chiamata Marciume Rosa Invernale, termine tecnico Microdochium Nivale. Se da una parte è vero che il periodo più critico per questa malattia va da dicembre a febbraio, ci sono moltissimi casi in cui appare a ottobre e novembre.

Si tratta di una malattia potenzialmente molto dannosa che attacca un po’ tutte le varietà di prati in particolare quelli giovani o riseminate da poco.

Da qui l’importanza di iniziare la prevenzione già nella prima parte dell’autunno e questa guida viene continuamente aggiornata sulla base delle più recenti evidenze scientifiche. Ultimo aggiornamento: ver..2.1 del 19/12/2023).

COME SI RICONOSCE

All’inizio la malattia si manifesta con delle lanugini cotonose bianche tra le foglie accompagnate da marciume al centro.

La foto qui sopra, tratta da persone reali che hanno postato su Facebook i loro problemi, evidenziano molto bene la malattia nelle sue fasi iniziali. 

Man mano che progredisce, la malattia appare come macchie circolari (fino a 10-30 cm di diametro) che hanno un colore biancastro con talvolta un anello rosato sul bordo esterno.

Nelle zone colpite si nota sempre un fitto intreccio di filamenti bianchi o rosa e piccole masse di spore bianche (o rosa) all’interno delle aree infette.

DANNI

Purtroppo il microdochium può creare danni gravi e definitivi in quanto le necrosi raggiungono facilmente il colletto provocando la morte completa delle piantine. Più il prato si trova in uno stato di carenza nutritiva, in particolare di potassio, più il patogeno si diffonde rapidamente e profondamente.

CAUSE DIRETTE

Il microdochium nivale si sviluppa in condizioni di alta umidità, quando la foglia del prato rimane bagnata per molte ore e fatica ad asciugarsi naturalmente. Le temperature ottimali di sviluppo del patogeno variano da 2/3* fino a 15/18°.

Gli elementi più comuni che aumentano le probabilità di l’insorgenza di questa malattia sono:

  • alti livelli di rugiada
  • eccesso di ombra
  • piogge leggere e nebbie
  • precipitazioni nevose seguite da rapidi disgeli

CAUSE INDIRETTE

Altri fattori che concorrono allo sviluppo della malattia sono:

  • prato giovane appena seminato o riseminato (tenerezza fogliare)
  • eccesso di feltro
  • scarsa capacità di drenaggio del suolo
  • movimento d’aria limitato
  • inadeguati livelli di potassio 
  • eccesso di concimazioni azotate a pronto effetto

LE SPECIE PIU’ COLPITE

Alcune varietà di tappeto erboso come la poa annua e l’agrostide stolonifera risultano molto sensibili alla malattia, ma anche la festuca aerundinacea ed il loietto possono subire degli attacchi con danni permanenti al tappeto erboso.

PREVENZIONE NATURALE

Vista l’alta pericolosità di questo patogeno è importante agire prima che la malattia colpisca il prato. È necessario mettere in calendario un trattamento di induzione alla resistenza attraverso prodotti a base di complessati rameici arricchiti con glicinbetaine tipo questi. Questi trattamenti andrebbero ripetuti almeno una volta al mese.

Quando le temperature lo permettono (T>10°C) si procederà poi ad eseguire un inoculo di microrganismi antagonisti per via radicale usando prodotti a base di  fusarium oxysporum (qui un esempio).

Come già detto, corretti livelli di potassio nella pianta tendono a contrastare la malattia e quindi eseguire la classica concimazione pre-invernale, aiuta rafforzare il prato contro il Microdochium Nivale.

Per quanto riguarda il terreno può essere utile acidificare leggermente i primi centimetri, rendendolo molto più inospitale ai patogeni, per questo scopo si usa lo zolfo lenticellare (qui un esempio) in dosaggio di circa 45-50 gr/mq.

Infine, anche diminuire la presenza di rugiada può essere molto utile ai fini preventivi. In questo articolo troverai alcuni suggerimenti per contrastare e limitare la formazione di rugiada nel prato.

COSA FARE IN CASO DI ATTACCO

L’approccio naturale di cura del microdochium nivale può essere molto efficace a patto di metterlo in atto prontamente non appena si notano i primi segnali di lanugine bianca. Vediamo le 7 fasi di cura del Metodo Bestprato::

  1. Stop agli eventuali tagli e al calpestio per evitare di distribuire le spore al resto del prato
  2. Eseguire n.3 trattamenti a distanza di 5 giorni uno dall’altro con complessati di rame in acido lignosolfonico e glicinbetaine. Esempio di dosaggio: 40 grammi di un prodotti tipo questo mescolati a 50 grammi di un prodotto tipo questo in 10 litri di acqua per 100 mq di prato
  3. Aggiungere 125 grammi di adesivante (qui un esempio) per prolungare l’effetto fungistatico
  4. In caso di stagnazione di umidità con conseguente lamina fogliare perennemente bagnata, è utile asciugare le zone più colpite usando soffiatori per foglie (tipo questi)
  5. Al termine dei trattamenti, a malattia bloccata eseguire un trattamento radicale con Fusarium oxysporum (qui un esempio) in dosaggio di 30 grammi per 100 mq di prato unito a 60 grammi di alghe brune (qui un esempio) per promuovere le risposte immunitarie delle piante sotto attacco. Applicare e irrigare.
  6. Rimane sempre utile acidificare i primi millimetri di suolo usando zolfo lenticellare (qui un esempio) in dosaggio di circa 45-50 gr/mq.
  7. Utile infine aumentare il drenaggio delle zone più colpite eseguendo piccole bucature anche con una semplice forca

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