Un prato in salute non è frutto del caso. È il risultato di scelte mirate e consapevoli, soprattutto quando si parla di prevenzione.
Molte persone sottovalutano i rischi invernali, pensando che le malattie fungine siano un problema esclusivamente estivo.
Eppure, le condizioni fredde e umide dell’inverno possono trasformare il prato in un terreno fertile per patogeni come il Microdochium nivale, uno dei funghi più devastanti per il tappeto erboso.
Ignorare questo rischio potrebbe compromettere mesi di lavoro. Al contrario, agire con tempestività adottando misure di prevenzione biologica offre un doppio vantaggio: proteggi il tuo prato e rafforzi la sua resistenza naturale.
QUANDO ARRIVANO LE MALATTIE?
Le malattie fungine invernali, attaccano l’erba quando si verificano determinate condizioni meteorologiche tipiche della stagione fredda come ad esempio piogge e nebbie o alta umidità associata a temperature al di sotto dei 10/12°C. Oppure quando, nei mesi più freddi, si susseguono precipitazioni nevose a disgeli.
LA MALATTIA PEGGIORE
Una tra le malattie fungine più problematiche e potenzialmente dannose è il cosiddetto marciume rosa invernale, termine tecnico microdochium nivale
Questo fungo attacca indistintamente tutti i prati (festuca arundinacea, poa, loietto, agrostide stolonifera) e si manifesta con l’apparire di macchie circolari che hanno dimensioni comprese tra 10 e 30 cm di diametro, e sono di colore chiaro o biancastro.
Se, sul bordo esterno della macchia, è visibile un anello di colore rosa o rosso-brunastro è indice che la malattia è in piena azione.
COME CURARE IL PRATO
Come molte malattie del prato è possibile curare l’erba con prodotti di natura chimica che vanno usati con attenzione in quanto tossici e inquinanti .
Il problema ulteriore di questi prodotti è dettato dal fatto che hanno poco effetto in inverno.
LA PREVENZIONE
Ma per fortuna c’è una seconda soluzione che è la via maestra della prevenzione o, per meglio dire, la via della lotta biologica, completamente naturale, che sfrutta gli induttori di resistenza e i microrganismi antagonisti di trichoderma.
COSTRUIRE UNA BARRIERA
Gli induttori di resistenza, come i complessanti di rame, agiscono stimolando le difese naturali delle piante, attivando specifiche vie metaboliche legate alla produzione di fitoalessine e proteine PR (Pathogenesis-Related), creando così una sorta di “memoria immunitaria” che rende la pianta più pronta a contrastare eventuali attacchi patogeni.
In parallelo, i microrganismi occupano gli spazi che i funghi patogeni vorrebbero attaccare e si appostano per eliminarli, proteggendo le radici dalle malattie. Inoculando nel prato questi microrganismi con costanza si crea una barriera potentissima contro le malattie fungine.
QUALI PRODOTTI USARE
Questi trattamenti devono essere eseguiti usando apposite soluzioni concentrate da diluire in acqua da irrorare nel prato con una normalissima pompa a mano o a spalla.
La sequenza dei trattamenti è la seguente:
- si esegue il trattamento con i microrganismi
- si attende 3/5 giorni
- si esegue il trattamento con i complessati di rame
Ecco un esempio di prodotti da usare per 100 mq di prato.
- Mescolare 50 g di Triko in 10 litri di acqua e aggiungere 150 g di di Humic
- Distribuire su 100 mq di prato
- Irrigare abbondantemente
- Attendere 3/5 giorni
- Mescolare 40 g di Ramedium in 10 litri di acqua e aggiungere 60 g di Immuno
- Distribuire su 100 mq di prato
- Non irrigare
QUANDO FARE I TRATTAMENTI
La frequenza con cui eseguire questi trattamenti dipende dal livello di sicurezza che si vuole ottenere: per la massima protezione, soprattutto all’inizio, si consiglia di eseguire 1 trattamento al mese. Per la protezione invernale contro Microdochium Nivale si consigliano almeno tre applicazioni nel periodo ottobre / novembre / dicembre. Vanno evitate le applicazioni con temperature sotto i 7°C.
Io da quando effettuo la copertura di trichoderma / bacillus / micorrize tutto l’anno (trattamento praticamente ogni mese) non ho quasi mai malattie. Non so se dipenda dalla dinamica delle popolazioni di microrganismi ma anche il microdochium non si fa vedere nemmeno quando fa freddo (sgrat sgrat…) . Io concordo con Bestprato: non essendo residuali un paio di trattamento anche d’inverno fanno solo che bene.
Salve,
secondo me non ha senso dare questi microrganismi antagonisti di trichoderma.
Il Trichoderma ha una temperatura ottimale di crescita di 25-30°C mentre il Bacillus subtilis ha una temperatura di sviluppo ottimale di 34-37°C, che sono ben lontano dal range di sviluppo ottimale del Microdochium (0-7°C). Idem le MICORRIZE. Non ha senso somministrarle. Le micorrrize vivono in simbiosi a livello radicale mentre la malattia attacca le foglie e gli steli basali. Cordiali Saluti
Ciao Daniele, concordiamo con te sul fatto che i microrganismi micorrizici vanno dati per altri scopi e non per creare antagonismo ai funghi patogeni: la simbiosi di questi formidabili amici è molto utile in fase di sviluppo radicale e di assorbimento di nutrimenti. Il trichoderma invece può essere utile anche per il microdochium nivale: se da una parte è vero che l’antagonismo è massimo con temperature superiori ai 15 gradi, dall’altra va tenuto a mente che rimane comunque attivo anche a temperature di 10 gradi. Il trichoderma può quindi contrastare il microdochium nivale in tutte quelle situazioni di temperature non estremamente basse. Il microdochium, purtroppo non è una malattia che si manifesta solo a bassissime temperature, anzi talvolta attacca il prato in maniera virulenta anche con 15 gradi. Questo è il motivo per cui noi consigliamo sempre di fare gli inoculi di trichoderma anche in tardo autunno.