Problemi Invernali nelle Piante da Interno: la Poca Luce

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Affinché una pianta rimanga sana c’è bisogno che venga mantenuto uno speciale equilibrio tra cinque fattori: luce, temperatura, acqua, nutrimento e aria.

Per quanto riguarda la luce, siccome le più comuni piante di appartamento provengono dalle zone sub tropicali o tropicali del pianeta, zone nelle quali la durata di luce diurna è quasi sempre superiore alle 11 ore, la stragrande maggioranza delle piante che coltiviamo in casa, in inverno vanno in stress per difficoltà legate alla scarsità di luce.

DI QUALE LUCE HANNO BISOGNO LE PIANTE

La luce che l’occhio umano può percepire è soltanto una parte della totalità dell’energia luminosa e per quanto riguarda le piante, nonostante le loro funzioni vitali si svolgano sul piano dello spettro visibile, l’elemento più determinate va messo in relazione più alle caratteristiche energetiche della luce, che non quelle di visibilità.

Il problema della scarsità energetica della luce è particolarmente significativo durante l’inverno, stagione nella quale le piante coltivate in interno ricevono veramente poca luce solare.

Inoltre, l’energia prodotta dalle lampade che utilizziamo per illuminare le stanze di casa non sono in grado di attivare a sufficienza le reazioni fotochimiche delle piante.

Molto spesso, il deperimento invernale delle piante, la caduta di foglie e la crescita stentata va messo in relazione proprio a questa sistematica mancanza di energia luminosa.

COME AUMENTARE LA LUCE

Una buona pratica invernale è quella di spostare le piante nei luoghi più luminosi di casa tenendo sempre le tende aperte, ma anche così facendo molto spesso non è sufficiente.

La soluzione definitiva è dotarsi di specifiche lampade per piante, dotate di bulbo a led a spettro completo, capaci di alimentare la fotosintesi clorofilliana e indurre la crescita delle strutture vegetali.

QUALI LAMPADE USARE

Le lampade che funzionano bene nelle piante sono quelle che mescolano tutte le lunghezze d’onda in ogni chip LED, compresi raggi UV e IR, in modo tale da ricreare l’effetto della luce del sole, il cui spettro completo massimizza la fotosintesi clorofilliana.

Le migliori lampade emettono luce bianca e hanno un PPF alto (flusso fotonico fotosintetico), così da simulare il più possibile i benefici della luce solare.

Anche i dissipatori di calore fanno una certa differenza, in particolare sulla durata delle lampade. Le luci più economiche e meno durature si affidano a dissipatori in plastica o alluminio, mentre le luci più longeve utilizzano la tecnologia ceramica che migliorare l’efficienza dissipativa prolungando la durata della lampadina fino a oltre a 25000 ore.

Esistono modelli di diversa potenza, dotati di sistemi di ancoraggio oppure singoli bulbi led che possono essere utilizzati con normali portalampade.

Qui troverai una selezione delle migliori lampade per piante.

COME USARE LE LAMPADE PER PIANTE

Il posizionamento e la distanza della luce dalla pianta dipende dal modello scelto. È sempre preferibile una illuminazione verticale dall’alto per stimolare il fototropismo naturale

Per quanto riguarda la durata dei cicli di illuminazione, durante tutti i mesi invernali fino a fine febbraio si consiglia di eseguire da 2 a 5 turni di illuminazione giornaliera fino a un totale di circa 10 ore. 

A titolo di esempio, una lampada da 15 watt è in grado di servire un’area di circa 1.5 mq se posizionamento a circa 50 cm dalle piante.

STIMOLANTI FOTOSINTESI

Durante le giornate di illuminazione artificiale può essere molto interessante abbinare all’acqua di irrigazione uno specifico stimolante naturale a base di alghe brune ricche di citochinine e auxine (qui e qui un esempio), due composti vegetali capaci di stimolare la fotosintesi clorofilliana e aumentare l’efficacia finale dell’illuminazione artificiale anche più del 15%.

 

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