Il problema dell’urina di cani e gatti in giardino si manifesta con un fastidioso ingiallimento e disseccamento della zona dove l’animale ha fatto la pipì.
Se non si interviene correttamente, spesso in quelle zone il prato muore.
L’ingiallimento è rapido e concentrato in zone di 20/30 cm di diametro. Le macchie sono di forma irregolare, talvolta anche più grandi ed in alcuni casi anche molto allungate.
Si riconoscono abbastanza facilmente perché sono isolate e molto evidenti ed il prato secca completamente diventando di un giallo paglierino particolarmente chiaro.
PERCHÈ IL PRATO BRUCIA
L’urina di gatti e cani è un concentrato di:
- urea
- sali minerali
- acido lattico
- altre sostanze minori
Il problema è proprio la concentrazione. Non sempre il prato brucia per effetto dell’urina, lo fa solo quando questi elementi sono presenti in eccessiva concentrazione.
Sembra inoltre che gli esemplari femminili tendano a creare più danni, probabilmente per il fatto che si accovacciano creando un “getto” più concentrato.
COSA FARE
La prima cosa da fare è irrigare molto abbondantemente la zona ingiallita. È meglio farlo direttamente con la canna dell’acqua, evitando getti potenti, oppure con un annaffiatoio e distribuendo almeno 20 litri di acqua al mq.
Questa operazione dilaverà le sostanze tossiche e, se siamo riusciti ad essere tempestivi, bloccherà ulteriori danni. Lo scopo è evitare che il disseccamento arrivi alle radici dell’erba nel qual caso è probabile la morte definitiva dell’erba.
Dopo 24 ore si procederà ad una biostimolazione per cercare di salvare il salvabile, eseguiremo pertanto un trattamento di detossificazione a base di acidi umici ed idrolizzati proteici (tipo questi) in dosaggio di 10 grammi per litro di acqua da irrorare nella zona colpita oppure un trattamento ancora più potente a base di alghe brune (tipo queste), in dosaggio di 10 grammi per litro di acqua.
Passati 5 giorni, o le foglie iniziano a riprendere colore, nel qual caso ripeteremo il trattamento di stimolazione per altre 2 volte, oppure il prato risulterà definitivamente morto e andrà riseminato.
PRATO SECCATO DEFINITIVAMENTE
Se il prato muore definitivamente bisognerà asportare la parte seccata con una piccola arieggiatura, usando attrezzi manuali a rastrello (tipo questo o questo) e poi riseminare seguendo la classica procedura del Metodo Bestprato che trovi qui.
Se siamo fuori dai periodi corretti di risemina (marzo, aprile, maggio, settembre e ottobre), potremmo decidere di colorare la zona usando vernici naturali (tipo queste).
Oltre al vantaggio estetico, questi coloranti hanno anche una leggera azione protettiva. Lo scopo finale rimane ovviamente quello di attendere il periodo giusto per seminare.
PREVENIRE IL PROBLEMA
Cambiare le abitudini degli animali domestici è difficile e talvolta nemmeno giusto e quindi cosa possiamo fare? Vediamo quindi 2 semplici consigli:
- Esegui risemine usando sementi di varietà di ultima generazione, particolarmente robuste e tolleranti alla salinità come quelle basate su festuche arundinacee (tipo queste e queste)
- Esegui ogni 1 o 2 mesi un trattamento di irrobustimento ed ispessimento fogliare a base di ossidi di silicio (qui un esempio) o di chelati di zinco e manganese (tipo questi) che permetterà al prato di resistere meglio alla tossicità dell’urina
Per quanto riguarda invece l’uso di disabituanti a base di terricci o concimi, l’efficacia è ancora tutta da dimostrare. Quello che invece è certo è che potrebbero riempire il giardino di odori non desiderati e che il loro effetto cessa dopo poche irrigazioni.
ALTRE SOLUZIONI
Vi è poi una terza via da testare. Fino ad ora si è sempre imputata la causa del disseccamento del prato al picco di salinità dell’urina (circa 15 dS m-1).
Il Dott. Fabrizio Ingegnoli, uno dei più esperti agronomi d’Italia specializzati nel tappeto erboso, asserisce però che se la causa fosse solo il livello di salinità, non si giustificherebbero bruciature totali in un prato di festuca arundinacea, notoriamente capace di resistere a moderati stress salini.
A quanto sembra l’ingrediente delle urine che crea maggiore fitotossicità potrebbe essere invece l’acido lattico.
In un test eseguito con solo acido lattico in soluzione a 3,5 gr/lt e distribuito su un prato di festuca arundinacea e poa pratensis, il danno è risultato quasi identico a quello causato dall’urina di un cane. Ovviamente la combinazione di acido lattico e salinità delle urine diventa ancora più letale.
Quindi, per concludere, una soluzione potrebbe essere provare a cambiare l’alimentazione del gatto o del cane per fare in modo che la sua pipì contenga meno acido lattico.
Oppure liberarsi del gatto.
Nooooo…