Le chiazze ingiallite del prato rappresentano il problema in assoluto più diffuso del manto erboso soprattutto in estate. I motivi che stanno alla base degli ingiallimenti sono molti e diversificati, un approfondimento su tutte le cause lo trovi qui.
In questo articolo tratteremo una delle cause più difficili da individuare correttamente, ma abbastanza semplici da risolvere: l’eccesso di scheletro.
COS’È LO SCHELETRO
Un terreno compatibile con il prato è composto soprattutto da sabbia, limo, argilla. La dimensione di tutte queste tre parti è per convenzione definita inferiore a 2 mm. Tutto quello più grande di questa dimensione, di natura inorganica, è chiamato scheletro. Semplificando si tratta per lo più di dei sassolini e di sassi.
Da un punto di vista tecnico la percentuale di sassolini dovrebbe essere il più bassa possibile, tendente allo zero. Quando vi è un’eccessiva presenza di scheletro nei primi 5/10 cm di suolo si vengono a creare tutta una serie di problemi che si manifestano in particolare all’arrivo dei primi caldi.
Per prima cosa, quelle zone si scaldano molto di più e mantengono elevata la temperatura anche quando il sole è tramontato. Una zona di prato con cessa di scheletro può risultare più calda anche di 7° rispetto alle zone vicine.
Già questo fatto crea un enorme problema in quanto il surriscaldamento fa evaporare l’acqua nel terreno per cui il prato si troverà in sofferenza idrica molto rapidamente. Inoltre la pianta stessa dovrà sopportare temperature più alte e quindi diminuire la fotosintesi clorofilliana.
Il risultato è che quelle zone appassiscono prima e ingialliscono rapidamente anche quando irrighiamo correttamente il prato.
PROBLEMI CORRELATI
Ad aggravare la situazione c’è il fatto che un eccesso di scheletro provoca un percolamento eccessivo dell’acqua che scenderà in profondità fuori dalla zona delle radici.
Questo è il motivo per cui le zone con un eccesso di scheletro tendono ad ingiallire, seccare e morire molto rapidamente senza talvolta darci nemmeno il tempo di capire cosa sta succedendo.
Quando vi è un eccesso di scheletro vi sono poi degli altri problemi correlati, come la bassa presenza di sostanza organica e la scarsa persistenza di elementi nutritivi, soprattutto azoto.
CAUSE
Le cause di un eccesso di scheletro nel terreno possono dipendere sia da fattori naturali, ovvero da zone con terreni particolarmente ghiaiosi, ma molto spesso dipendono da una cattiva preparazione del terreno per la semina del prato (se vuoi approfondire vai qui) oppure da cantieri edili che al termine della costruzione della casa non hanno ripulito correttamente il suolo.
DIAGNOSI
Un occhio esperto riconosce un ingiallimento causato da eccesso di scheletro prima che esso arrivi: solitamente il prato in quelle zone appassisce rapidamente prima del resto del manto erboso.
Questo appassimento iniziale, che precede l’ingiallimento, si manifesta concretamente con una colorazione scura ed un assottigliamento fogliare.
Per capire se quell’ingiallimento o appassimento deriva da un eccesso di scheletro dobbiamo procedere con una diagnosi per esclusione: come prima cosa è necessario verificare che l’irrigazione arrivi in maniera corretta.
Non basta controllare che arrivi acqua, bisogna accertarsi che ne arrivi in quantità giusta ad esempio usando un pluviometro: occorre essere certi che in quella zona venga irrigata con almeno 30/35 litri di acqua al mq a settimana.
Dopo essersi accertati che il problema non è l’irrigazione, procederemo con alcuni test. Per prima cosa proveremo a bagnare intensamente per vedere se l’acqua scivola via oppure se penetra facilmente:
- Se l’acqua non viene assorbita il problema non è l’eccesso di scheletro ma potrebbe essere compattazione del suolo o dry spot, trovi tutto spiegato qui e qui
- Se l’acqua invece viene assorbita facilmente è molto probabile che siamo in presenza di eccesso di scheletro
La prova finale la si fa provando a forare il terreno con un coltellino a punta (tipo questo), se si è in presenza di un eccesso di scheletro la lama del coltellino intercetterà i sassolini facendoci sentire una grande resistenza alla penetrazione. Questo è il segnale finale che siamo in presenza di un eccesso di scheletro.
RIMEDIO RAPIDO
Le soluzioni rapide per rimediare a un eccesso di scheletro ed evitare che il prato ingiallisca, collassi e muoia, consiste nel fare una serie di irrigazioni localizzate precedute da un trattamento con agenti surfattanti arricchiti con sostanza organica acida come le alghe brune.
Prima di questo trattamento è utile distribuire nel terreno un piccolo strato di terriccio ammendato ricco di fibra di legno e di cocco (qui un esempio). Basta uno strato di 3 mm (3 litri al mq). Spazzolare poi l’erba con una scopa per far cadere il terriccio a contatto del suolo.
Esempio pratico trattamento:
- 150 gr di un agente surfattante composto (tipo questo) diluito in almeno 10 litri di acqua per 100 mq di prato
- aggiungere 200 gr di alghe brune pH 5.5 (tipo queste o queste)
- Distribuire nel terreno (se le zone sono di pochi metri quadri è possibile utilizzare un annaffiatoio)
- Successivamente irrigare abbondantemente con circa 5-10 litri al mq
- Ricordarsi che la zona va irrigata più frequentemente
- Ripetere il trattamento dopo 10 giorni
RIMEDIO DEFINITIVO
Il rimedio definitivo richiederebbe di andare a rifare completamente quella zona togliendo lo scheletro e andando a riportare uno strato di terra priva di scheletro mista a terriccio da prato.
Ma è possibile provare a rimediare in maniera quasi definitiva (talvolta definitiva!) eseguendo delle bucature o delle carotature ed andando ad inserire nel terreno dei prodotti corroboranti di tipo idroretentivo (zeolite clinoptilolite in grani) assieme ad ammendanti ricchi di un umina (estratti di leonardite granulare o terricci setacciati).
Se la zona con eccesso di scheletro non è molto grande è possibile eseguire le bucature anche in maniera “casalinga” utilizzando delle punte da muro ed un trapano a batteria. Tali fori andranno poi riempiti con il substrato zeolite + ammendante.
Infine si procederà a distribuire nel terreno uno strato di terriccio ammendato ricco di fibra di legno e di cocco (qui un esempio). In questo caso useremo circa 5mm si spessore (5 litri al mq). Spazzolare poi l’erba con una scopa per far cadere il terriccio a contatto del suolo.
Questi lavori di recupero definitivo vanno fatto a fine estate o inizio primavera.
Esempio pratico:
- Eseguire fori profondi 7/ 8 cm, con diametro di 10 mm, entrando nel terreno perpendicolarmente e una volta giunti alla profondità desiderata inclinare di pochi gradi per creare più spazio nel fondo
- I fori vanno fatti a una distanza di circa 10-15 cm uno dall’altro
- I fori andranno riempiti con un substrato così composto:
- Irrigare leggermente sopra i fori
- Distribuire uno strato di 5 mm di terriccio ammendato ricco di fibra di legno e di cocco (qui un esempio). Spazzolare poi l’erba con una scopa per far cadere il terriccio a contatto del suolo.
- Attenzione: eseguire questo lavoro solo dopo aver recuperato la zona ingiallita attraverso il rimedio rapido, altrimenti potrebbe essere uno stress eccessivo
Salve.
Per il “rimedio rapido” posso utilizzare anche il Water X al posto di Water Plus come avete indicato nell’articolo?
Se si, in che dosi?
Ringrazio in anticipo
No purtroppo no Massimo anzi per certi aspetti può fare male
interessa anche me, qual è la differenza tra i due prodotti? (water x e water plus?)
Water X fa bene penetrare, Water Plus fa penetrare leggermente meno ma fa rimanere l’acqua per più tempo a livello radicale.
Buongiorno, per quanto riguarda il rimedio rapido, se applico il trattamento indicato alla sera posso attendere per irrigare la mattina seguente? L’impianto parte alle 5.
Ringrazio e saluto. Luca
Sì ma devi togliere le alghe brune