In questo articolo affronteremo alcuni problemi legati all’irrigazione del prato e delle piante del giardino di cui quasi nessuno parla ma di estrema importanza per fornire acqua nella maniera sufficiente, corretta e senza errori alle piante.
Tanto più la stagione richiede irrigazioni tanto maggiore dovremmo porre attenzione ai problemi evidenziati e in questo prima parte dell’approfondimento tratteremo i problemi legati all’acqua, successivamente in un prossimo articolo tratteremo quelli del terreno.
UMIDITÀ
A differenza dell’uomo tutte le piante, prato compreso, soffrono molto di più il caldo quando è secco.
L’umidità può fare una grande differenza per quanto riguarda le quantità d’acqua consumate da una pianta: una differenza di 10 punti percentuali nell’umidità media giornaliera (ad esempio da 60% a 50%), può comportare una differenza di fabbisogno idrico di quasi il 20% in più.
Una buona regola è quella di tenere un piccolo termoigrometro (qui un esempio) in un luogo aperto del giardino riparato dalla pioggia: quando per diversi giorni riscontriamo umidità media inferiore al 55/60% è bene regolarsi di conseguenza aumentando la frequenza di irrigazione.
pH
Una delle caratteristiche più importanti da conoscere dell’acqua che usiamo per l’irrigazione è il suo pH. Il valore ottimale si aggira intorno a 6.5 – 7, e quando questo diventa troppo alto o basso, si manifestano quasi sempre carenze di elementi nutritivi molto importanti per la fotosintesi clorofilliana.
Il terreno è capace di correggere il pH e riportarlo dopo un certo tempo ai valori ottimali, ma questo richiede che egli stesso abbia un pH corretto, cosa molto spesso non vera.
A titolo di esempio un pH maggiore di 7,5 causa una bassissima assimilazione del ferro da parte delle piante mentre un pH inferiore a 6,5, oltre a creare rischi di esclusione dei sistemi a goccia (precipitazione del ferro e del carbonato di calcio), può essere nocivo al metabolismo vegetale.
Per tenere monitorato il pH si possono utilizzare dei test con delle cartine cromatiche (tipo queste) oppure con un più preciso strumento portatile (tipo questo).
In caso di presenza di pH non ottimali è opportuno eseguire dei trattamenti antiossidanti e di stimolazione capaci di mitigare gli effetti di un pH non corretto e di aiutare la pianta nelle sue funzioni metaboliche e di assorbimento nutritivo.
Molto utile per questo scopo eseguire trattamenti fogliari con acidi umici e amminoacidi:
- Esempio per il prato: trattamento fogliare con 30 gr di un prodotto tipo questo diluiti in 10 litri di acqua per 100 mq di manto erboso, ripetere ogni 3/4 settimane durante l’estate
- Esempio per le piante: trattamento fogliare con 10 ml di un prodotto tipo questo diluiti in 10 litri di acqua, ripetere ogni 3/4 settimane durante l’estate
In caso di pH maggiore di 7.5 è utile eseguire delle integrazioni di ferro alle normali nutrizioni usando prodotti di tipo fogliare:
- Esempio per il prato: trattamento fogliare con 90 gr di un prodotto tipo questo diluiti in 10 litri di acqua per 100 mq di manto erboso
- Esempio per le piante: trattamento fogliare con 10 grammi di un prodotto tipo questo diluiti in 1 litro di acqua
SOLIDI IN SOLUZIONE
Le sostanze minerali disciolte nell’acqua che usiamo per irrigare vengono chiamati solidi in soluzione (sali minerali) ed è un altro parametro molto importante da conoscere.
Le radici delle piante, di tutte le piante, assorbono l’acqua per differenza di pressione osmotica, ovvero per differenza di salinità tra la linfa delle radici e l’acqua nel terreno.
Se l’acqua ha una concentrazione alta di sali minerali diventa difficile da assorbire, in alcuni casi impossibile.
Per misurare i solidi in soluzione si usano degli strumenti che misurano la conducibilità elettrica che è in diretta relazione alla quantità di sali minerali presenti.
Quando la concentrazione di sali presenti nell’acqua supera i 700 mg per litro l’efficacia dell’irrigazione si riduce. 700 mg per litro di sali corrispondono a una misurazione di circa 1000 microsiemens/cm usando uno strumento tipo questo.
Anche una media concentrazione di sali può essere un problema perché in estate, dopo aver irrigato il terreno, una parte dell’acqua evapora ma i sali no e quindi vanno ad aumentare la concentrazione salina del suolo e la difficoltà delle radici nell’assorbire l’acqua.
Qualora si sia in presenza di valori non ottimali è suggerito eseguire dei trattamenti che aiutino la pianta a sopportare gli eccessi di salinità.
In questo caso sono utili trattamenti fogliari e radicali con acidi umici e fulvici
- Esempio per il prato: trattamento fogliare con 30 gr di un prodotto tipo questo diluiti in 10 litri di acqua per 100 mq di manto erboso, ripetere ogni 3/4 settimane durante l’estate
- Esempio per le piante: trattamento fogliare con 10 ml di un prodotto tipo questo diluiti in 10 litri di acqua, ripetere ogni 3/4 settimane durante l’estate
DUREZZA DELL’ACQUA
Per durezza si intende soprattutto la quantità di carbonati di calcio presenti nell’acqua è il primo rischio quello più conosciuto, è che si creino incrostazioni che vanno a occludere le line gocciolanti.
Ma vi è un altro problema legato a un livello eccessivo di calcio soprattutto quando si è in presenza di terreni argillosi: il calcio presente nell’argilla viene rimosso e sostituito con il sodio, elemento mal sopportato dalle piante.
Il test per misurare la presenza di carbonati dell’acqua è molto semplice e viene eseguito con degli economici kit che evidenziano la durezza in gradi francesi (qui un esempio). A titolo di esempio acque dure con oltre 30/35 gradi francesi sono da ritenersi fonte di potenziali difficoltà.
CLORO
Il cloro presente soprattutto nelle acque di acquedotto (ma talvolta anche in quelle libere) può essere dannoso per la vegetazione e per i microrganismi presenti nel terreno.
Il cloro ha un’azione ossidante e disinfettante che viene prodotta dall’acido cloridrico. Diversi studi hanno evidenziato che alcune piante iniziano ad avere problemi già con concentrazioni di 0,5 mg di cloro per litro di acqua.
Essendo il cloro un disinfettante, un eccesso di questo elemento ha ripercussioni negative perchè uccide i microrganismi utili presenti nel terreno, andando a creare un pericoloso disequilibrio.
Il test per misurare la presenza di cloro dell’acqua è molto semplice e viene eseguito con dei kit che evidenziano le quantità espresso in mg/l (qui un esempio).
MITIGARE I PROBLEMI DEL CALCARE E DEL CLORO
Come abbiamo visto, gli eccessi di calcare o di cloro possono creare problemi ma sono difficili da controbilanciare: tutta l’azione di aiuto va concentrata nel sostenere e stimolare la pianta nelle sue funzioni vitali.
Per questo scopo ci vengono in aiuto soprattutto le alghe brune capaci di stimolare il metabolismo e le funzioni della pianta in maniera estremamente potente:
- Esempio per il prato: trattamento fogliare con 60 gr di un prodotto tipo questo diluiti in 10 litri di acqua per 100 mq di manto erboso
- Esempio per le piante: trattamento fogliare con 10 grammi di un prodotto tipo questo diluiti in 2 litri di acqua
Molto interessante, grazie!